Innovazione tecnologica, telemedicina e semplificazione amministrativa sono i driver su cui puntare per ridurre gli accessi ospedalieri impropri e implementare le cure a domicilio, soprattutto nei pazienti fragili.
È quanto emerso da un confronto ospitato lo scorso 17 febbraio alla Camera dei deputati dal titolo: “I professionisti sanitari: la sfida della tecnologia nel percorso d’integrazione tra DM 70 e DM 77” coordinato da L’Altra Sanità onlus.
Il primo di una serie di approfondimenti tematici rivolti ai professionisti sanitari con l’obiettivo di riflettere sulle trasformazioni in atto nel settore sanitario è stato ospitato presso la Sala del Refettorio della Biblioteca della Camera dei deputati, lo scorso 17 febbraio, focalizzando l’attenzione sul percorso di integrazione tra DM 70 e DM 77, ovvero sulla necessità di rafforzare la sanità territoriale con l’obiettivo di ridurre anche gli accessi ospedalieri, sovente impropri.
Servono nuove risposte per uno scenario in evoluzione
La riflessione è partita dalla consapevolezza di un aumento della popolazione anziana che presenta maggiori bisogni di salute, una situazione questa che non può trovare risposte in un modello ospedalocentrico, ma che necessita di un ripensamento in chiave territoriale supportato dal digitale e da soluzioni innovative.
Integrazione necessaria per un SSN più efficace e centrato sulla persona
L’incontro “I professionisti sanitari: la sfida della tecnologia nel percorso d’integrazione tra DM 70 e DM 77” organizzato dall’Associazione L’Altra Sanità onlus in collaborazione con FARESANiTÀ, ha visto l’intervento in apertura di Marinella D’Innocenzo, presidente dell’Associazione L’Altra Sanità e Delegata del Sindaco di Roma per l’Asl Roma 2.«L’integrazione tra DM 70 e DM 77, accompagnata dall’innovazione tecnologica, rappresenta un passo fondamentale verso un servizio sanitario più efficace e attento alle esigenze di salute della popolazione».
I due decreti puntano difatti a una riorganizzazione dei servizi sanitari e a un modello di presa in carico che assicuri una continuità assistenziale, supportati in questo da innovazione e digitale.
Formazione necessaria per garantire percorsi di cura mirati
«L’adozione di strumenti tecnologici, come le piattaforme di telemedicina e i sistemi di gestione elettronica delle informazioni, può facilitare il flusso di dati tra i diversi livelli di assistenza, migliorandone il coordinamento oltre che la comunicazione e la collaborazione tra i professionisti della salute, offrendo anche la possibilità di personalizzare i percorsi di cura in base alle specifiche esigenze dei pazienti.
Pertanto, è essenziale che i professionisti sanitari siano adeguatamente formati e supportati nell’uso di queste tecnologie, affinché possano affrontare le sfide poste dalla digitalizzazione e cogliere le opportunità per migliorare la qualità dell’assistenza», ha proseguito D’Innocenzo.
Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio, ha sottolineato la necessità di rafforzare la sanità territoriale cercando anche di ridurre gli accessi in ospedale.
«Non dimentichiamo che, stando ai dati, buona parte degli accessi nei pronto soccorso è impropria. In questo senso, un ruolo fondamentale può essere giocato dall’innovazione tecnologica, come la telemedicina, che può dare impulso alle cure a domicilio, soprattutto per le persone più fragili.
In questa direzione, sono indispensabili ricerca (con nuove terapie e nuovi farmaci) e innovazione. Altro aspetto prioritario è effettuare un’attenta opera di semplificazione amministrativa: in tal senso, serve un’uniformità anche in termini di procedure e di rimborsi, per evitare discrasie tra zone differenti».
Garantire continuità assistenziale
Giuseppe Quintavalle, direttore generale Asl Roma 1 ha rimarcato il momento di grande cambiamento sociale che deve essere accompagnato da una modifica dei setting assistenziali, non più ospedalocentrici ma integrati con il territorio in una logica di continuità.
In tal senso cruciale il ruolo del MMG e delle case di comunità «che saranno il primo filtro di presa in carico, in grado di ricondurre il paziente all’interno di un percorso di cura migliore, più appropriato e sostenibile. Un sistema salute quindi sempre più integrato e incentrato sui cittadini, per fornire un’assistenza personalizzata e accessibile anche con il supporto delle nuove tecnologie che aiuteranno a migliorare le performance sanitarie grazie all’uso di terapie innovative ed avanzate come l’editing genomico, la robotica, la telemedicina o il teleconsulto, solo per citarne alcune».
Il nodo cruciale delle risorse
A puntare l’attenzione sulle risorse è stato il consigliere regionale del Lazio Massimiliano Valeriani che ha rimarcato l’importanza delle tecnologie, ma ancor prima quella del personale sanitario, vero pilastro del SSN, sottolineando la necessità di investire innanzitutto in nuove assunzioni.
«Solo così potremo garantire gli impegni presi con il PNRR che prevedono, insieme al miglioramento dovuto alla tecnologia, anche una maggiore efficacia di tutti i presidi territoriali più vicini sì ai cittadini ma ancora non coperti da personale. Presidi territoriali che dovremmo realizzare nei prossimi anni per deospedalizzare la sanità e renderla più fruibile direttamente dalla popolazione».
Rispetto alle nuove strutture previste dal DM 77, il consigliere regionale Rodolfo Lena, ha espresso perplessità circa il fatto che ancora in molte aree non siano presenti, oltre al fatto che non è chiaro chi lavorerà al loro interno.
«Credo sia essenziale un approccio realistico: dobbiamo partire dalle risorse attualmente disponibili per garantire la continuità assistenziale e la presa in carico dei pazienti più fragili, come gli anziani».
Promuovere integrazione professionale, formazione, infrastrutture e sicurezza dei dati
Per garantire che le tecnologie apportino un reale valore aggiunto al SSN migliorando la qualità dell’assistenza, è essenziale affrontare le sfide relative all’integrazione professionale, alla formazione, alle infrastrutture e alla sicurezza dei dati e alla gestione del cambiamento, garantendo così un’implementazione efficace e sostenibile delle innovazioni digitali nel settore sanitario.
«L’Italia ha bisogno di una riforma del servizio sanitario nazionale e il fatto di parlare ancora di DM 70 e DM 77 come se fossero due entità differenti per me è un errore perché la sanità deve essere considerata come un unicum che può svolgere attività ospedaliera o territoriale a seconda delle necessità del paziente, che necessita di una presa in carico totale da parte del SSN», ha affermato Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma.
Del resto, solo attraverso un approccio integrato e strategico sarà possibile realizzare il pieno potenziale delle innovazioni tecnologiche in sanità. A quest’ultimo riguardo, cruciale risulterà anche il corretto equilibrio tra protezione dei dati personali ed efficienza del sistema sanitario, dal momento che – ha sottolineato Donato Scolozzi, partner @KPMG Italy Healthcare and LifeScience, «la regolamentazione europea in materia di privacy rischia di rappresentare un ostacolo».