
Migliorare l’aderenza terapeutica e le performance dei servizi nell’assistenza agli ospiti delle Residenze Sanitarie Assistenziali: se ne è parlato a Genova nel convegno “Deblistering e Rsa: innovazione nella gestione farmacologica”, organizzato da Confcommercio Salute Sanità e Cura, con il presidente nazionale Luca Pallavicini.
Il deblistering – ovvero lo sconfezionamento di un medicinale industriale e il riconfezionamento, da parte di un farmacista, in dosi personalizzate per ciascun paziente – rappresenta una sfida ma soprattutto un’opportunità per l’ottimizzazione del tempo del personale di assistenza nelle Rsa. L’infermiere, liberato dal lavoro di controllo dei medicinali, può così dedicarsi ad altre mansioni qualificate, in linea con la propria professionalità, aumentando le performance della struttura stessa.
Il tema delle Dosi Unitarie Personalizzate dei farmaci orali solidi per pazienti cronici è al centro dell’indagine, presentata proprio a Genova, condotta dallo Studio EmmEffe di Milano, che ha dimostrato come nelle Rsa l’adozione del deblistering possa ridurre l’indice di rischio dell’82% e consentire un risparmio medio annuo di 1.313 ore per l’allestimento delle terapie orali solide.
«Il nostro progetto preliminare svolto nelle Rsa campione», spiega Massimo Farina, amministratore dello Studio EmmEffe, «ha valutato l’impatto della gestione delle dosi personalizzate dei farmaci per i pazienti cronici, analizzando le correlazioni con i modelli organizzativi attuali. Abbiamo svolto l’analisi in una struttura più grande di 240 posti letto, suddivisi in otto nuclei (Casa Fenzi, Conegliano) e un’altra di 37 posti (Villa Basilea, Genova), e i risultati hanno mostrato che, nelle Rsa, l’adozione del deblistering può ridurre l’indice di rischio clinico dell’82% aumentando la sicurezza dell’ospite-paziente».
La valutazione è stata quantificata tramite l’applicazione della Fmea (Failure Mode and Effect Analysis), strumento internazionalmente riconosciuto, che consente di misurare l’indice di rischio di un processo e di agire in termini preventivi per ridurre i rischi prioritari identificati.
«Abbiamo adottato un approccio metodologico che avevamo già utilizzato in ospedale per altri progetti nazionali per l’analisi di impatto di nuove formulazioni farmaceutiche o confezionamenti innovativi, per esempio, di terapie oncologiche e antimicotiche», precisa Farina.
Gli impatti sono stati calcolati considerando l’ipotesi di posti letto non convenzionati, dove i farmaci sono a carico della struttura o del paziente e dove possa quindi essere interessata la farmacia dei servizi, nuovo modello nato dall’Accordo della Conferenza Stato-Regioni sottoscritto nel marzo 2022, nell’ambito del quale sono state approvate le linee di indirizzo per la sperimentazione dei nuovi servizi delle farmacie di comunità.
«È peraltro necessario sottolineare», dice Farina, «che, per avere effetti positivi sull’intero processo di gestione delle dosi personalizzate, il deblistering deve essere adottato secondo protocolli rigorosi e sicuri, riferiti alla Norme di Buona Preparazione e alle Raccomandazioni Ministeriali di pertinenza, come già richiesto anche da alcune normative regionali che hanno fornito indirizzi in merito, formando adeguatamente il personale per minimizzare i rischi associati, adottando anche soluzioni tecnologiche che possano rendere il processo più sicuro e meno oneroso».
A tale proposito, inoltre, la certificazione del processo gestito in farmacia, secondo un modello internazionale quale la norma ISO 9001:2015 (come avvenuto per la Farmacia Turris Angeli di Roma) o specifici Disciplinati Tecnici validati (come nel caso della Farmacia dell’Aquila di Genova, che ha adottato il Disciplinare Tecnico dello Studio EmmEffe validato dal RINA per la certificazione del processo di deblistering), può essere ulteriore garanzia per la esternalizzazione dell’attività nella logica di rete assistenziale territoriale.