La responsabilità sanitaria è normata, in Italia, dalla legge Gelli-Bianco, n. 24 dell’8 marzo 2017, entrata in vigore il primo aprile dello stesso anno, “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”.
Una delle richieste della legge è la completa trasparenza dei dati, che riguarda tanto gli eventi avversi e le somme corrisposte ai pazienti in caso di comprovato errore, ma anche la tipologia di assicurazione scelta dalla realtà ospedaliera. La legge riguarda sia gli ospedali sia le aziende sanitarie territoriali.
Uno studio condotto dall’Università degli Studi dell’Aquila e da Fondazione Sanire mostra come, a distanza di anni dall’entrata in vigore della legge, il nostro Paese viva ancora un comprovato problema di trasparenza. Inoltre, la legge viene applicata in modo disomogeneo lungo lo stivale e nelle stesse Regioni. Vediamo qualche dato.
Pubblicazione degli eventi avversi
Prima di tutto, sottolineiamo che il “Rapporto sullo stato di attuazione della legge n. 24 del 2017 – cd. Gelli-Bianco – in tema di sicurezza delle cure e di responsabilità civile delle strutture sanitarie” prende in considerazione l’intero arco temporale, dal 2017 al 2023.
Iniziamo dalla pubblicazione degli eventi avversi, che per l’art. 2, comma 5, della legge n. 24 del 2017 dovrebbe essere annuale. Il report denota invece una grande variabilità. Osserviamo i numeri divisi per tipologia di struttura presa in considerazione.
Partendo dalle Aziende Ospedaliere, si va da un 22,73% che ha assolto all’obbligo di legge nel 2017 a un picco del 45,45% relativo al 2022, per poi scendere al 27,27% nel 2023.
Le Regioni più virtuose sono Calabria, Veneto e Umbria che hanno pubblicato annualmente i propri dati. Simile l’iter tanto per le AOU che per gli Irccs: le prime sono partite dal 24,14% nel 2017 per arrivare al 34,48% nel 2023, dopo aver raggiunto un apice del 55,17% nel 2022; i secondi sono partiti da un 30% nel 2017 per arrivare al 40% nel 2022 e ridiscendere al 25% nel 2023.
Infine, a livello territoriale si vede che le Asst sono passate da un 46,15% del 2017 per arrivare al 19,23% del 2023; anche in questo caso il dato del 2023 risulta inferiore a quello del 2022, attestatosi sul 65,38%. Le Asst sono risultate le miglior dal punto di vista della trasparenza.
Resta da capire perché nel 2023 tutte le tipologie di azienda hanno visto un calo delle performance. Dal momento che i dati sono stati raccolti nel primi quadrimestre del 2024, è possibile che vi sia stato un ritardo nella pubblicazione.
Risarcimenti: inferiori rispetto alla narrazione
L’art. 4, comma 3, della legge n. 24 del 2017 chiede di rendere noti, sui siti istituzionali, i dati di tutti i risarcimenti erogati nell’ultimo quinquennio, così da facilitare il monitoraggio, la prevenzione e la gestione del rischio sanitario. Anche in questo caso i dati sono contrastanti.
Tenendo conto del 2022 come anno di riferimento, sempre per un possibile ritardo nella pubblicazione delle informazioni, si vede che le AOU hanno erogato 570 sinistri, seguiti dalle Aziende Ospedaliere, con 244, dagli Irccs, con 100, e dalle Asst, con 99.
Per quanto concerne le somme erogate, si può fare una media degli anni presi in considerazione, pari a 137 milioni di euro per il quinquennio 2018-2022: cifra che rappresenta meno del 2% dei bilanci delle Aziende Ospedaliere e poco più dello 0,5% dei bilanci delle Asst.
Per questo si può dire che l’impatto economico della medicina legale è senza dubbio meno importante rispetto a quanto comunemente raccontato e non compromette la capacità delle strutture sanitarie di garantire i LEA ai propri cittadini. Il rapporto completo è scaricabile online.