San Raffaele, verso l’ospedale smart

Le tecnologie digitali sono uno degli aspetti qualificanti dell’Iceberg, il nuovo edificio che svolge un ruolo fondamentale nell’assetto dell’Ospedale San Raffaele di Milano e caratterizzato da un elevato livello di qualità dello spazio costruito.

Entrato in funzione nel settembre 2021, il nuovo Polo Chirurgico e delle Urgenze (rinominato “Iceberg” per la particolare immagine architettonica) è l’ultimo edificio realizzato presso la sede principale dell’Irccs Ospedale San Raffaele – istituto scientifico universitario milanese di rilievo internazionale e di alta specializzazione che vanta eccellenze in numerose discipline, dal 2012 parte integrante del Gruppo Ospedaliero San Donato.

Il nuovo Polo Chirurgico e delle Urgenze presso l’Irccs Ospedale San Raffaele: veduta da sud-est (credit: Duccio Malagamba)

Una nuova centralità

L’ing. Paolo Brazzoli è direttore dell’Area Tecnica di Ospedale San Raffaele: «Il primo nucleo dell’ospedale è entrato in funzione nel 1971 e, da allora, la struttura è stata ampliata e rinnovata più volte, raggiungendo l’attuale configurazione che, oltre all’area a vocazione sanitaria che ospita circa 1.200 posti letto, comprende anche un importante centro di ricerca scientifica e un prestigioso centro universitario.

Senza modificare l’assetto esistente in termini di capacità di accoglienza, il nuovo edificio si inserisce in posizione centrale – strategica all’interno di un sito molto denso e strutturato, ma già in origine concepito e configurato con una notevole flessibilità insediativa. In questo caso l’Iceberg crea una nuova centralità di fondamentale importanza per l’intero ospedale sotto il profilo spazio-funzionale.

ing. Paolo Brazzoli – Irccs Ospedale San Raffaele

L’Iceberg è a tutti gli effetti un edificio sanitario autonomo, il cui punto di partenza è il Centro di Emergenza di Alta Specialità (EAS) e DEA di II livello (uno dei pronto soccorso più grandi della Lombardia, in grado di gestire pazienti ad alta intensità oltre ai pazienti di bassa e media intensità, con aree separate per la gestione di pazienti in isolamento, 2 RX e 2 TAC).

Dall’EAS si sviluppano la Terapia Intensiva generale e la Terapia Intensiva Neurochirurgica, un Blocco operatorio (18 sale chirurgiche di cui 2 di urgenza “H24”, 2 ibride e 8 in grado di gestire il regime pressorio in funzione della tipologia di paziente), 6 piani di degenza a elevata complessità e intensità assistenziale, una centrale di sterilizzazione che, per prestazioni, risulta essere una delle più grandi fra quelle ospedaliere in Italia, oltre a percorsi sanitari completamente indipendenti dai percorsi per visitatori e per le merci grazie a efficienti sistemi connettivi verticali (oltre 20 ascensori).

Si tratta di un edificio estremamente evoluto non solo dal punto di vista del concept e delle soluzioni architettoniche, ma anche per quanto riguarda l’efficienza energetica e il comfort, l’intrinseca funzionalità dei collegamenti, la flessibilità degli spazi e la dotazione tecnologica e impiantistica all’avanguardia.

L’insieme si configura come un notevole potenziamento dell’ospedale esistente per quanto attiene la capacità operativa e le opportunità cliniche per l’area chirurgica, che sostanzialmente è stata riunita proprio nel nuovo edificio. Solo per fare un esempio, il reparto di sterilizzazione è dimensionato per gestire o processare circa 4.000 container di strumentario chirurgico al giorno».

I vantaggi della digitalizzazione

L’Iceberg è stato definito un edificio “smart”: quali sono i suoi tratti distintivi?
«Negli anni passati Ospedale San Raffaele aveva già intrapreso il percorso verso la digitalizzazione della gestione dei dati e dei processi, compresi quelli non direttamente afferenti all’area clinica come, per esempio, la logistica. Obiettivo delle tecnologie digitali era migliorare la sicurezza e il benessere dei pazienti e incrementare l’efficienza dell’organizzazione sanitaria.

Sotto questo punto di vista l’Iceberg è quasi completamente smart. Sono presenti, per esempio, sistemi per il tracciamento e il monitoraggio di tutti i parametri dei pazienti in tutte le aree della struttura, anche per quanto riguarda la valutazione del comportamento e delle attività pre e postintervento / terapia, mediante bracciali, letti e comodini equipaggiati con dispositivi per l’Internet of Things.

Il sistema informatico comprende complessivamente circa 30.000 sensori distribuiti praticamente ovunque nell’edificio, che inviano dati ad algoritmi che operano utilizzando l’intelligenza artificiale. Concepito per rendere l’ospedale parte attiva nel processo di guarigione, il sistema si affianca alle altre attività già fortemente digitalizzate afferenti all’ambito clinico (per esempio, la cartella clinica elettronica ecc.), l’amministrazione ecc.

Parallelamente il sistema si occupa della gestione integrata, del controllo e della registrazione delle attività sanitarie (per esempio, per l’uso delle apparecchiature, per il consumo dei materiali chirurgici, per la somministrazione dei medicinali ecc.), dell’organizzazione del servizio logistico mediante carrelli trasportatori automatici AGV (in fase di sviluppo e non ancora operativo), della supervisione del funzionamento degli apparati impiantistici (BMS) integrato con un sistema per la gestione energetica (EMS) ecc.
Per quanto riguarda gli aspetti energetici il sistema sta già restituendo ottimi risultati.

È il caso dei dati effettivi di consumo di energia primaria che, rispetto alle previsioni di progetto e alle stime effettuate in sede di avviamento degli impianti, risultano inferiori di circa il 40%; grazie all’analisi dei dati ricevuti dal sistema BEMS a alle conseguenti attività di taratura, regolazione, programmazione degli impianti, allo sviluppo di alcune funzioni abbinate a pacchetti IA, si sono raggiunti questi importanti obiettivi».

Qualità ambientale

Quali sono gli aspetti più interessanti sul fronte della qualità dello spazio costruito e del contenimento delle emissioni climalteranti?

«Il ruolo baricentrico nel contesto dell’ospedale esistente e l’importanza di alcune delle funzioni ospitate sono esaltate sia dall’estrema razionalità dell’assetto dei percorsi interni, sia dall’intrinseca versatilità spazio-funzionale degli ambienti. Si tratta di quelle “qualità nascoste” che fanno realmente la differenza nella gestione quotidiana di un grande ospedale.

Anche la percezione di un elevatissimo comfort ambientale è concreta. Gli impianti funzionano in modulazione continua per mantenere costanti le prestazioni climatiche. Grazie alla facciata completamente trasparente – particolarmente apprezzata per la sua immagine esterna – i locali risultano ben illuminati e godono di ampie vedute verso l’esterno – in particolare verso il giardino pensile situato all’esterno delle unità operative di Terapia Intensiva.

Oltre all’impiego di materiali per le finiture interne e di arredi, selezionati secondo un piano dei colori sviluppato ad hoc e caratterizzati da superfici antibatteriche ed esenti da emissioni inquinanti, sono state messe in opera soluzioni tecniche atte a schermare il 100% dei campi elettromagnetici entro il limite previsto dalle normative, in funzione della tipologia di occupazione dei locali e della presenza di elettromedicali sensibili. Tutto questo a tutela dei pazienti e degli operatori e, anche, per garantire la funzionalità degli elettromedicali ad alta tecnologia senza interferenze (in particolare, nel Blocco operatorio, nel Pronto Soccorso e nelle Terapie Intensive).

Sul fronte dell’impatto ambientale, l’intero Ospedale San Raffaele è completamente indipendente da punto di vista energetico. L’ospedale dispone di una propria centrale di trigenerazione, che assicura la fornitura di elettricità e di vettori termici caldi e refrigerati con un’efficienza energetica elevatissima, e di soluzioni atte a garantire la necessaria ridondanza dal punto di vista elettrico e termico in caso di necessità».

Giuseppe La Franca, architetto