Presentata a Roma lo scorso 4 febbraio presso la sede di AGENAS la Piattaforma Nazionale di Telemedicina che segnerà un punto di svolta per il SSN italiano, in linea con lo European Health Data Space. Attesa entro l’anno la presa in carico di 300mila cittadini.
In un contesto europeo sempre più caratterizzato dal progressivo invecchiamento della popolazione e da una significativa carenza di professionisti sanitari – 1,2 milioni di medici e infermieri in UE – la soluzione per un rilancio di una sanità che possa essere davvero universalistica ed equa risiede nell’innovazione e nelle nuove tecnologie.
Lo scenario europeo verso uno European Health Data Space
In questo contesto si inserisce lo European Health Data Space che punta a garantire l’accesso ai dati sanitari a tutti i cittadini comunitari, superando barriere frontaliere e tecnologiche.
Il progetto poggia su due pilastri fondamentali: garantire l’accesso al dato ai cittadini, ma anche riutilizzare i dati, anonimizzati, per la comunità a fini di ricerca.
Un elemento questo che può impattare in modo importante, per esempio, nell’ambito delle malattie rare in cui i campioni nazionali sono sovente troppo esigui.
In questo progetto l’interoperabilità rappresenta la parola chiave necessaria a promuovere una reale condivisione e scambio tra gli EU Member States.
Lo scenario italiano
All’interno di questo framework europeo, l’Italia più di altri deve fare i conti con l’invecchiamento della popolazione (nel 2023 gli over 65 erano pari al 24% della popolazione stando ai dati Istat), un numero crescente di cronicità e quindi crescenti bisogni di salute che si scontrano con lunghe liste di attesa e carenza di professionisti.
Con il progetto di riforma dell’assistenza sanitaria contenuto nel DM77/2022 e finanziato con i fondi PNRR, l’Italia punta ad avvicinare le cure al cittadino, costruendo strutture sanitarie di prossimità e sfruttando le nuove tecnologie e il digitale per ridurre le disuguaglianze, nell’intento di garantire un’assistenza più capillare, tempestiva ed equa su tutto il territorio nazionale.
La Piattaforma Nazionale di Telemedicina
La Piattaforma Nazionale di Telemedicina, la cui realizzazione è stata affidata all’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, è stata finanziata con 1,5 miliardi di euro di fondi per la digitalizzazione della Missione 6 Salute.
Presentata lo scorso 4 febbraio a Roma nella nuova sede dell’Agenzia di via Toscana 12, la PNT rappresenta un punto di svolta importante per il SSN.
Tra gli obiettivi attesi, la presa in carico di almeno 300mila cittadini entro la fine dell’anno corrente, quasi 800 mila entro fine 2026.
Il vero potenziale si vedrà comunque negli anni a venire, è stato più volte ricordato. Anche perché la Piattaforma, agendo di concerto con il Fascicolo Sanitario elettronico e con soluzioni di Intelligenza Artificiale, rivoluzionerà radicalmente la sanità italiana. Prevista anche la nascita dell’Agenzia Sanitaria Nazionale Digitale.
I due capisaldi della Piattaforma: INT e IRT
La Piattaforma Nazionale di Telemedicina si compone di 2 elementi: un’Infrastruttura Nazionale di Telemedicina – INT di livello centrale, messa a punto da Agenas, che fornisce i servizi abilitanti per lo sviluppo, l’armonizzazione e il monitoraggio dei servizi di telemedicina e 21 Infrastrutture Regionali – IRT, preposte all’erogazione dei servizi minimi.
Le gare delle Regioni capofila: Lombardia e Puglia
L’implementazione della Piattaforma è avvenuta attraverso due gare delle regioni capofila, Lombardia e Puglia. La prima, per le acquisizioni delle Infrastrutture Regionali di Telemedicina legate all’erogazione dei servizi minimi è stata finanziata con circa 341 milioni di euro ripartiti tra le 21 regioni e PA a valere dai fondi PNRR.
Tra i servizi minimi acquisiti: 13 regioni e PA su 21 hanno acquisito servizi di televisita; 14 su 21 di teleconsulto; 15 su 21 di teleassistenza; 17 su 21 di telemonitoraggio di base e 18 Regioni e PA su 21 servizi di telemonitoraggio avanzato per pazienti a media-alta complessità.
La seconda gara, finalizzata all’acquisto delle postazioni di lavoro e la relativa logistica, ha beneficiato di un finanziamento di 186 milioni di euro a valere dai fondi PNRR, ripartiti tra Regioni e PA. Sono 90.369 le postazioni per l’erogazione delle prestazioni di telemedicina da mettere a disposizione degli operatori sanitari in strutture quali: farmacie rurali, studi medici, case e ospedali di comunità, COT ed enti sanitari.
Dalla programmazione, si prevede che la Piattaforma andrà a coinvolgere: 42.674 medici del ruolo unico, 121.969 medici specialisti, 6.650 pediatri di libera scelta, 99.161 infermieri e 121.597 professionisti sanitari.
Le Regioni che non hanno aderito alle gare hanno proceduto autonomamente all’individuazione dei servizi minimi necessari.
Il partenariato pubblico privato
L’operatività della piattaforma è stata affidata a PNT Italia Srl, società costituita per il 60% da Engineering Ingegneria Informatica spa e per il 40% da Almaviva spa, mediante una procedura di partenariato pubblico-privato della durata di 10 anni.
La conformità alla normativa sulla protezione dei dati personali è stata garantita dal parere favorevole espresso dal Garante per la protezione dei dati personali lo scorso 16 gennaio 2025. Per il completamento del quadro normativo, si attende ora il parere dell’Agenzia per la Cybersicurezza e della Conferenza Stato-Regioni.