Un’analisi di Fondazione Gimbe rivela una situazione ben diversa dalle dichiarazioni istituzionali sui progressi nell’attuazione delle misure per abbattere le liste d’attesa.
I decreti attuativi rappresentano, infatti, il motore delle riforme, ma a sei mesi esatti dalla conversione in legge del DL si registra uno stallo che paralizza l’attuazione delle misure previste dalla norma, ritardando un provvedimento cruciale.
Ha dichiarato Nino Cartabellotta, presidente di Fondazione Gimbe: «obiettivo della nostra analisi era identificare le criticità d’attuazione e informare in maniera costruttiva il dibattito pubblico e politico, per evitare aspettative irrealistiche e tracciare un confine netto tra realtà e propaganda».
Il DL sulle liste d’attesa prevede almeno sei decreti attuativi (tabella 1).
Già in occasione dell’audizione in 10a Commissione Affari sociali in Senato la Fondazione aveva evidenziato che un numero tale di decreti attuativi appariva in contrasto con il carattere di urgenza del decreto, suscitando perplessità sui tempi d’attuazione.
Al 29 gennaio, secondo quanto riportato dal Dipartimento per il Programma di Governo, risulta approvato un solo decreto attuativo. Degli altri, tre sono scaduti e per due non è stata definita alcuna scadenza:
Decreti attuativi pubblicati
- Art 1, comma 4. Modalità con cui la Piattaforma nazionale delle liste di attesa opera in coerenza con il Modello Nazionale di Classificazione e Stratificazione della popolazione (pubblicato il 28 ottobre 2024)
Decreti attuativi scaduti
- Art 1, comma 3. Adozione dei criteri di realizzazione, di funzionamento e di interoperabilità tra la Piattaforma nazionale e le piattaforme regionali delle liste di attesa (scaduto il 30 settembre 2024)
- Art 2, comma 6. Modalità e procedure per l’esercizio dei poteri sostitutivi da parte dell’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria (scaduto il 31 agosto 2024)
- Art. 6, comma 1. Adozione di un piano d’azione finalizzato al rafforzamento della capacità di erogazione dei servizi sanitari e all’incremento dell’utilizzo dei servizi sanitari e sociosanitari sul territorio per le Regioni destinatarie del Programma nazionale equità nella salute 2021-2027 (scaduto il 30 settembre 2024)
Decreti attuativi con scadenze non definite
- Art 3, comma 5. Linee di indirizzo, a livello, nazionale, contenenti le indicazioni tecniche per gestire, da parte del CUP, un nuovo sistema di disdetta delle prenotazioni e ottimizzazione delle agende di prenotazioni
- Art. 5, comma 2 (primo periodo). Adozione di una metodologia per la definizione del fabbisogno di personale degli enti del SSN (uno o più decreti)
Comunicazioni istituzionali
Lo stato d’avanzamento dei decreti attuativi sulle liste d’attesa è stato oggetto di un question time alla Camera lo scorso 5 novembre, in cui il ministro Schillaci ha dichiarato che “da febbraio sarà disponibile il cruscotto con gli indicatori di monitoraggio delle liste d’attesa, con i dati relativi a tutte le Regioni e le Province autonome”.
Nei fatti, però, le Linee guida di realizzazione, funzionamento e interoperabilità della Piattaforma Nazionale Liste di Attesa sono state inviate alle Regioni solo il 17 dicembre 2024 con uno schema di decreto attuativo, ma nella seduta del 18 dicembre le Regioni hanno chiesto il rinvio del parere per meglio esaminare il testo.
E nella seduta del 23 gennaio non c’è alcuna traccia del parere. Peraltro, dopo l’entrata in vigore del provvedimento, le Regioni avranno 30 giorni per predisporre il progetto operativo per connettere le piattaforme regionali con quella nazionale, concordando con Agenas i tempi di realizzazione.
Risulta quindi utopistico, secondo Cartabellotta, che tra complessità tecniche e attuazione dei progetti la piattaforma sia operativa entro febbraio 2025.
In particolare, desta perplessità il decreto attuativo relativo al superamento del tetto di spesa per il personale sanitario: oltre alla mancanza di una scadenza definita, dopo la sperimentazione 2022-2024 la nuova metodologia Agenas per stimare il fabbisogno di personale non è ancora stata approvata.
E, conclude Cartabellotta, «questo è uno step cruciale, perché a cascata condiziona l’intero art. 5 del DL, che è il più rilevante poiché vincola l’assunzione di personale sanitario».