Diagnosi precoce dei tumore della prostata e produzione ecosostenibile di ammoniaca sono al centro dei due progetti che si sono aggiudicati gli importanti ERC.
Come ogni anno, lo European Research Council (ERC) sta finanziando i progetti di ricerca di frontiera ritenuti più promettenti per la messa a terra nella realtà sanitaria.
Al Politecnico di Torino sono due i gruppi di ricerca che hanno vinto: quello coordinato da Federico Bella, con il GINNY, dalle importanti applicazioni nell’industria elettrochimica, dei fertilizzanti e della produzione energetica; quello coordinato da Laura Fabris, STELLAR, incentrato invece sulla diagnosi precoce del tumore alla prostata. Iniziamo con l’approfondire questo secondo progetto.
Diagnosi precoci con spettroscopia potenziata e IA
Il tumore della prostata è il primo tumore per incidenza nell’uomo. Nel 2023 sono state stimate 41.100 nuove diagnosi. La sopravvivenza a 5 anni per questo tumore è molto alta, pari al 91%, sebbene spesso il tumore venga diagnosticato per caso, in fase avanzata. A fare da deterrente è anche la procedura necessaria per giungere alla diagnosi che, attualmente, prevede l’esplorazione rettale e, se necessario, la biopsia.
Il progetto della prof.ssa Fabris intende facilitare la diagnosi precoce attraverso la rilevazione nel sangue di frammenti di mRNA tumorali, effettuata con spettroscopia Raman potenziata e intelligenza artificiale. Ciò renderebbe il metodo non invasivo, aumentando anche il consenso da parte dei pazienti.
Ma non solo. La tecnica è anche altamente accessibile ed estremamente precisa. STELLAR prevede quindi di sviluppare una piattaforma di rilevamento che usa substrati potenziati da nanoparticelle di argento e algoritmi di IA per analizzare i dati e fare diagnosi.
Se si dimostrerà efficace, il sistema potrà essere poi esteso anche ad altre forme tumorali, previa l’individuazione di mRNA che possano agire da marker tumorali.
La prof.ssa Fabris ha così accolta la notizia della vittoria dell’ERC Proof of Concept: “si tratta di un riconoscimento importante che ci consentirà di sviluppare una tecnologia che potrebbe potenzialmente trasformare come vengono diagnosticati precocemente i tumori andando a beneficiare, in primis, i pazienti.
Siamo entusiasti di collaborare in questo progetto con i colleghi e le colleghe dell’Ospedale Molinette e dell’IIGM di Candiolo con cui abbiamo instaurato da tempo delle ottime collaborazioni, motivate soprattutto dall’obiettivo comune di trovare soluzioni scientifiche e tecnologiche per il bene di tutti”.
Ricadute in sanità del progetto GINNY
Sebbene il progetto GINNY del dott. Bella interessi soprattutto l’ambito industriale, lo sviluppo di un sistema elettrochimico per la produzione di materie chimiche di base, come l’ammoniaca, ma non solo, può trovare ampia applicazione anche nel settore farmaceutico, con importanti ricadute sulla sostenibilità di questo comparto, che è davvero ampio e importante.
Più nel dettaglio, il metodo sviluppato dal team Bella potrebbe essere adattato per convetire il glicerolo, uno degli scarti dell’industria del biodisel, in composti ad alto valore, come l’acido glicerico e il diidrossiacetone, utili in farmaceutica appunto.