Il sangue è solo uno dei beni salvavita che quotidianamente vengono trasferiti da un centro di raccolta e/o da un polo di lavorazione agli ospedali… ci sono anche organi e medicinali. Quando la richiesta di trasporto di un bene salvavita da parte di un ospedale ha carattere di urgenza, il trasporto dovrebbe avvenire nel minor tempo possibile.
L’impresa non è sempre facile. Tra le criticità che concorrono a rallentare il processo concorrono il traffico, ma a rallentare il processo concorre anche la composizione del territorio deve essere infatti tenuta in considerazione. E così negli ultimi anni più realtà hanno iniziato a studiare l’uso dei droni come sistemi di trasporto di questi beni. Caratterizzati dalla possibilità di muoversi sopra il traffico o le asperità del terreno, i droni sono sfruttati da almeno 10 anni in vari ambiti civili, non solo sanitari, ma anche umanitari.
Di recente l’Azienda Toscana Nord-Ovest ha condotto, insieme all’Istituto di Fisica Applicata Carrara del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IFAC) e allo Smart Medical Theatre Laboratory della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, uno studio per dimostrare che un drone può trasportare sangue consegnandolo ancora integro e pronto, in linea teorica, per essere trasfuso.
I ricercatori hanno utilizzato delle smart capsule per rendere il processo di trasporto sicuro. Di cosa si tratta? In sostanza di un contenitore dotato di un algoritmo di Intelligenza Artificiale che assicura che le condizioni interne siano quelle ideale alla conservazione del sangue, o del prodotto, trasportato, in termini di temperatura, umidità e così via.
Spiega Angela Pirri del CNR-IFAC: «lo studio ha dimostrato che lo sviluppo di una capsula dotata di intelligenza artificiale, trasportabile con un drone, è in grado di preservare le condizioni termiche dei materiali biologici trasportati, in tutte le condizioni di volo – il drone ha volato a varie altitudini, con diverse velocità e ha attuato accelerazioni/decelerazioni – mentre i test chimici hanno confermato l’integrità dei campioni prima e dopo le operazioni di trasporto su drone».
La sperimentazione ha valutato la performance del sistema di trasporto drone-capsula durante 8 diverse missioni di volo, ognuna di circa 13-17 minuti di durata, per un totale di 105 km e 39 ore di volo.
Varie le tratte testate, alcune in città, mentre altre in campagna e addirittura in zone boschive. Dieci i campioni di sangue trasportati e valutati.
Lo studio ha anche consentito di verificare che, una volta preparato il campione di sangue per il trasporto, sarebbe meglio tenerlo in frigorifero fino al suo inserimento nella capsula intelligente, per essere certi di preservare completamente la catena del freddo. Da sottolineare che anche Stati Uniti d’America e Francia hanno avviato sperimentazioni simili, perché il problema è sentito ovunque.
Certo, per poter attivare il passaggio successivo, ovvero la trasfusione su pazienti «occorre il consenso della commissione etica», spiegano gli autori dello studio. Altresì, sarebbe utile verificare la bontà della capsula intelligente per il trasporto, per esempio, di organi da trapiantare o/o farmaci biologici.
In prospettiva, spiegano dal CNR, i droni potrebbero persino sostituire la posta pneumatica che caratterizza gli attuali edifici ospedalieri e diventare un sistema alternativo di consegna di materiale biologico pericoloso dai reparti ospedalieri ai laboratori in caso di crisi sanitarie o pandemiche.
(Lo studio: Niglio, F.; Comite, P.; Cannas, A.; Pirri, A.; Tortora, G. Preliminary Clinical Validation of a Drone-Based Delivery System in Urban Scenarios Using a Smart Capsule for Blood. Drones 2022, 6, 195. https://doi.org/10.3390/drones6080195)