Il progressivo invecchiamento della popolazione nel nostro Paese si ripercuote inevitabilmente sul numero di anziani non autosufficienti che, nel 2023, hanno superato i 4 milioni, segnando un +1,7% rispetto al 2021.
La crescente domanda di servizi necessita di risposte che possono essere fornite soltanto attraverso una più marcata interconnessione tra residenze per anziani, servizi sanitari ospedalieri e territoriali per migliorare l’efficacia e l’efficienza dei sistemi di welfare.
Le evidenze principali
Il 7° Rapporto dell’Osservatorio Long Term Care di Cergas SDA Bocconi-Essity, presentato a Milano presso l’Università Bocconi, scatta una fotografia della situazione, evidenziandone le principali criticità e sottolineando la necessità di una maggiore integrazione dei servizi.
Emerge che le residenze per anziani coprono appena il 7,6% del bisogno degli over65 non autosufficienti. L’Assistenza Domiciliare Integrata, si conferma il servizio più diffuso anche se raggiunge appena il 30,6% degli anziani che ne avrebbero necessità, peraltro con una progressiva riduzione delle ore medie per utente. I centri diurni risultano marginali, coprendo appena lo 0,6% del bisogno.
A sopperire alla carenza di servizi, le badanti che, tra regolari e irregolari si stima fossero nel 2023 oltre 1 milione. A ciò si aggiunge un ulteriore problema, dato dalla scarsa interdipendenza tra RSA e principali attori della sanità nella presa in carico dei soggetti anziani.
L’interdipendenza mancata: le principali criticità
Il rapporto riporta i risultati di una survey condotta su 106 residenze per anziani di cui ciascuna gestisce in media 113 posti letto. Dall’indagine emergono tre criticità principali: una parcellizzazione dei servizi nella valutazione dell’anziano per l’accesso alla struttura; la piena autonomia lasciata alle residenze per anziani nella definizione del dettaglio dell’erogazione dei servizi (38% dei casi) che fa sì che non si realizzi un’interfaccia strutturata con altri soggetti sanitari, portando a duplicazione di servizi e inefficienze; un dialogo più strutturato su tematiche di governo del sistema e di definizione dei budget, che non sul merito dei servizi.
Giovanni Fosti, Elisabetta Notarnicola ed Eleonora Perobelli, docenti e ricercatori CERGAS SDA Bocconi, hanno commentato: «le RSA sono diventate punti di riferimento per l’assistenza continuativa. Offrono supporto fondamentale alle famiglie e al sistema sanitario, gestendo anche il fine vita, la demenza e le patologie croniche.
Servono, però, approcci innovativi, nuove professionalità specializzate e un’integrazione di servizi e strutture per garantire la sostenibilità del settore Long Term Care nel lungo termine, anche attivando sinergie con altri comparti del sistema di welfare. Nessuna organizzazione può rispondere a queste sfide da sola».
La mancata crescita del settore può portare a un suo cortocircuito
Il rapporto ha altresì evidenziato come le RSA siano ancora fortemente radicate nei servizi residenziali e con finanziamento pubblico. D’altro canto, circa il 58% del fatturato dei gestori delle strutture per anziani deriva dalla spesa privata delle famiglie, per la maggior parte (44%) dipendente dalla quota di compartecipazione ai servizi pubblici, a loro volta ampiamente finanziati dalle famiglie. Solo il 14% del fatturato delle strutture deriva da spesa completamente privata per posti in solvenza.
In assenza di crescita, il rischio è un cortocircuito nella capacità di rispondere alle esigenze delle famiglie, evidenziando anche in questa situazione un significativo freno all’innovazione dei servizi. Una stasi che mostra altresì una forte disparità – qualitativa e quantitativa – tra nord e sud del paese.
«Il 7° Rapporto Osservatorio Long Term Care Cergas SDA Bocconi – Essity individua nelle Residenze per anziani il centro nevralgico per la valutazione dei bisogni. Ed è proprio per questo che occorre ripensare il sistema, per convogliare gli investimenti nell’innovazione e nell’ampliamento dei servizi, perché riescano a rispondere ai reali bisogni dei soggetti non autosufficienti e delle loro famiglie», ha sottolineato il country manager di Essity Italia, Massimo Minaudo.