Tumori pediatrici: diagnosi e stadiazioni non uniformi in Europa

In Italia ogni anno si contano circa 1500 nuove diagnosi di tumore nella fascia di età 0-14 e 800-900 diagnosi di tumore negli adolescenti: nel primo caso il tumore più frequente è la leucemia linfoblastica acuta, mentre nel secondo il linfoma di Hodgkin.

Nonostante gli avanzamenti terapeutici e la tempestività possibile nelle diagnosi, ancora oggi i tumori sono la prima causa di morte in bambini e adolescenti in molti paesi. Per comprendere le disparità esistenti nel mondo nella diagnosi dei tumori pediatrici, l’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) e l’University College of London (UCL) hanno condotto il Progetto BENCHISTA, che coinvolge 70 registri dei tumori e 25 Paesi europei più Australia, Brasile, Giappone e Canada. In tutto sono 11 mila i piccoli pazienti coinvolti, con diagnosi di tumore ricevuta tra il 2014 e il 2017.

La prima pubblicazione che nasce dallo studio è stata pubblicata su “The Lancet Child & Adolescent Health” ed è incentrata su 6 tumori solidi, ovvero neuroblastoma, tumore di Wilms, medulloblastoma, osteosarcoma, sarcoma di Ewing e rabdomiosarcoma. Scopo del progetto, che è stato sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e da Children with Cancer UK, è evidenziare l’esistenza di differenze nell’accesso alla diagnosi e nei metodi utilizzati. I risultati mostrano una disomogeneità diffusa.

Alcune delle disparità in Europa

Spiega la dottoressa Laura Botta, biostatistica e co-responsabile della seconda fase del progetto: «Il Progetto BENCHISTA sottolinea non solo l’importanza di raccogliere dati di alta qualità, potenziando la collaborazione tra clinici e registri tumori di popolazione. Rappresenta anche uno strumento cruciale per comprendere le cause delle differenze nelle sopravvivenze dei bambini affetti da cancro. I nostri risultati forniscono la prima evidenza che in alcuni paesi i tumori pediatrici vengono diagnosticati in stadi più avanzati rispetto al “gold standard” adottato da un gruppo di paesi europei, mentre in altri paesi le pratiche per determinare lo stadio del tumore non seguono gli standard raccomandati. Ci auguriamo che questi risultati possano contribuire a indirizzare le politiche sanitarie, fondamentali per salvare vite».

In generale, lo studio ha rilevato differenze nella diagnosi di 4 forme tumorali sulle 6 analizzate, ovvero il neuroblastoma, il tumore di Wilms, l’osteosarcoma e il rabdomiosarcoma. Se si guarda alla sola Europa, si osserva una maggiore attenzione nei Paesi dell’Europa dell’Est, che presenta la più bassa probabilità di diagnosticare il tumore in fase già metastatica. Gran Bretagna e Irlanda, al contrario, sembrano essere i paesi con maggior percentuale di diagnosi in stadio metastatico. Se si pensa al neuroblastoma, anche l’Europa meridionale mostra buoni risultati, al contrario di quella centrale. La speranza è che, individuate le possibili lacune, si possa migliorare e arrivare a rispettare gli standard stabiliti dalle linee guida internazionali.

Studio: Botta L, Didonè F, Lopez-Cortes A, Nieto AC, Desandes E, Hjalgrim LL, Jakab Z, Stiller CA, Zeller B, Gatta G, Pritchard-Jones K; BENCHISTA Project Working Group. International benchmarking of stage at diagnosis for six childhood solid tumours (the BENCHISTA project): a population-based, retrospective cohort study. Lancet Child Adolesc Health. 2025 Feb;9(2):89-99. doi: 10.1016/S2352-4642(24)00302-X. Erratum in: Lancet Child Adolesc Health. 2025 Mar;9(3):e9. doi: 10.1016/S2352-4642(25)00037-9. PMID: 39855760.

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