Nuovi codici deontologici per 16 professioni sanitarie

(immagine: Canva)

L’intento è far nascere un senso comunitario, per cui operare sempre secondo i principi di consapevolezza, rispetto e umanità.

Assistenti sanitari, dietisti, igienisti dentali, logopedisti, ortottisti, tecnici audiometristi, tecnici audioprotesisti, tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, tecnici della riabilitazione psichiatrica, tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, tecnici di neurofisiopatologia, tecnici ortopedici, tecnici sanitari di laboratorio biomedico, tecnici sanitari di radiologia medica, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e terapisti occupazionali.
Sono le professioni sanitarie che, da qualche giorno, sono chiamate a operare nei propri ambiti professionali secondo una serie di codici deontologici, riassunti nel documento “Codici deontologici delle professioni sanitarie FNO TSRM E PSTRP”.

Codici che sono stati impressi nero su bianco dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, che li ha anche presentati nei giorni scorsi presso l’Arcispedale Sant’Anna di Cona, a Ferrara.

Spiega Teresa Calandra, presidente della Federazione: “i nostri codici deontologici ci ricordano che siamo parte di qualcosa di più grande: una rete di competenze, valori e responsabilità che si intreccia per garantire il benessere e la salute delle persone; per ognuno di noi rappresentano un invito costante a fare di più, ad agire sempre con consapevolezza, rispetto e umanità”.

Le ragioni alla base del nuovo documento

Negli anni passati tanto è cambiato in ambito sanitario. Per esempio, è aumentato il numero di professioni considerate sanitarie.
È stata quindi necessaria un’attenta revisione, durata 4 anni e condotta da un gruppo di lavoro con delega all’etica e alla deontologia, coordinato da Antonio Cerchiaro, del Comitato Centrale della Federazione Nazionale.
45 esperti hanno partecipato a questo ingente lavoro lavoro, che ha richiesto un “un confronto continuo con tutti i portatori di interesse, supportato dal lavoro di esperti e addetti ai lavori”, spiega Cerchiaro. “In questi anni abbiamo vagliato, analizzato e valutato un’enorme quantità di proposte”.

Il gruppo di lavoro ha infatti avviato una consultazione pubblica, raccogliendo oltre 600 contributi provenienti dai membri dei diversi ordini professionali, ma anche da enti pubblici, associazioni tecnico-scientifiche, associazioni, organizzazioni per la tutela dei diritti, esperti in ambito etico, giuridico, deontologico e linguistico, nonché da cittadini e persone assistite.

“Il nostro obiettivo era creare 16 documenti coerenti tra loro, senza però trascurare l’unicità di ciascuna professione”.

Ecco quindi che ognuna delle 16 professioni sanitarie ha oggi a disposizione un codice deontologico ad hoc, in sintonia con quello delle altre, il che favorisce il dialogo e la possibilità di operare insieme per il bene del paziente. Il linguaggio scelto è chiaro e accessibile, per evitare ambiguità interpretative.

La struttura del documento

Il testo è diviso in due sezioni. La prima riporta 48 articoli comuni a tutte le professioni, come attesta il titolo “Principi fondamentali”. Si parla di responsabilitò professionale, sanità digitale, intelligenza artificiale. Fulcro di questa prima parte è l’assistito.
La seconda parte è strutturata in professioni, riportando i comportamenti specifici da tenere. È qui che si respirano le maggiori novità.
Gli autori hanno, infatti, introdotto temi attuali, come la medicina digitale, la sicurezza delle cure, la medicina di genere, la donazione di organi e tessuti e l’equo compenso.

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